Franz Kafka, la piccola Elsi e la sua bambola Brigida

Lo scrittore Franz Kafka sul finire della propria vita era solito passeggiare quotidianamente allo Steglitzer Park di Berlino. La compagna dello scrittore, Dora Diamant, ha raccontato che un pomeriggio, durante una delle sue camminate, Kafka incontrò una bambina. La piccola era sconvolta da un violento pianto, buio e disperato come quelli che a volte travolgono i bambini. Si chiamava Elsi - il nome fu decifrato da Franz Kafka in mezzo alle lacrime e ai singhiozzi. Era distrutta dal dolore perché aveva perduto la sua bambola, Brigida. Questa era scomparsa chissà dove e lei non riusciva a farsene una ragione. Kafka fu impressionato dal vuoto che aveva generato la sparizione della bambola nel cuore della bambina e si offrì di impegnarsi a cercare Brigida insieme a lei.

La bambola, però, non saltò fuori dal suo nascondiglio. Non fu ritrovata, né quel giorno, né mai.

Lo scrittore non si perse d'animo. Per colmare quel vuoto d'amore che aveva percepito nella piccola Elsi, mise in campo la sua immaginazione e le sue capacità di narratore. Riferì alla bambina che in realtà la sua bambola non era affatto sparita. Era semplicemente partita per un viaggio. Lui ne era al corrente, perché, ora che ci pensava, aveva ricevuto una lettera da Brigida. L'indomani, in qualità di Postino delle Bambole, l'avrebbe consegnata a Elsi, la destinataria della missiva.

Detto questo, Franz Kafka tornò a casa e si mise alla scrivania. Secondo quanto raccontò Dora Diamant, lo scrittore assunse un atteggiamento serio e concentrato, come quando lavorava alle opere che lo avevano reso celebre in tutto il mondo. Con questa disposizione d'animo, buttò giù la prima lettera per Elsi da parte di Brigida.

Come promesso, il giorno successivo Franz Kafka consegnò la lettera alla bambina. La bimba così apprese che la sua amata bambola aveva deciso di partire. Brigida scriveva che le voleva bene, ma aveva voluto cambiare aria perché aveva il desiderio di visitare anche altre parti del mondo oltre ai luoghi in cui era nata. Lo scrittore invitò Elsi a considerare la fortuna che aveva avuto. Nella sua passeggiata nel parco aveva incontrato per caso proprio l'unica persona che avrebbe potuto continuare a darle notizie di Brigida: il postino Franz.

Per diversi giorni, Kafka scrisse lettere di viaggi e le consegnò a Elsi che fu mano a mano affascinata dalla storia della sua bambola. Leggendo quelle parole suggestive di esperienze e luoghi lontani, finì per consolarsi della perdita subita.

Dopo qualche settimana di missive quotidiane, lo scrittore si presentò al parco con una bambola nuova. Aveva dei lunghi capelli corvini e, legati al nastro che li raccoglieva, Elsi trovò un biglietto. Lo spiegò e lesse:

I miei viaggi mi hanno cambiata.

Ma la storia non finisce qui. Diversi anni dopo, la bambina diventata grande trovò un altro biglietto cucito in una piega dell'abito della bambola. Recava questa scritta:

Ogni cosa che ami probabilmente andrà perduta, ma alla fine l’amore tornerà in un altro modo.

La storia di Kafka e della bambola viaggiatrice ha diverse versioni, come accade a tutte le più belle storie vere che vengono narrate dai protagonisti, e poi narrate ancora da chi se ne appropria di volta in volta. Diventano film, romanzi, o racconti della buonanotte. Diventano storie per viaggiare, per sognare, per saggiare la potenza guaritrice delle parole.

Una curiosità. Le lettere scritte da Kafka per Elsi furono sequestrate dalla Gestapo. Ma Dora è comunque riuscita a non fare sfumare nel tempo questo ricordo. E ancora oggi, grazie a lei, possiamo continuare a passeggiare con Franz e Elsi allo Steglitzer Park di Berlino in un pomeriggio di più di cento anni fa.